top of page

La Profezia

Aggiornamento: 5 ago 2020

Non sapevo cosa fosse finché non accadde!




Profezia vuol dire tante cose, tutto e niente finché non si realizza, io posso raccontare la mia esperienza di vita vissuta all'interno della parola profezia. Per sua natura essa preannuncia il futuro con parole che risultano poco comprensibili al momento. Allo stesso tempo però resta nella mente in forma di ricordo, che di tanto in tanto riaffiora nel pensiero stimolato da qualcosa o da qualcuno. Vi ho già parlato della Voce che restò con me per ben tre anni, da quella mattina che dal nulla mi diede il buongiorno appena sveglia.

La storia che vi racconto ha inizio proprio un giorno di quei tre anni, quando sul pianerottolo della mia casa di Riccione la Voce mi predisse un incontro che sarebbe avvenuto molto tempo dopo. Mi disse:

“Sai, è già nato quel bambino, ma tu lo incontrerai al momento giusto e nel posto giusto”.

Cit. tratta dalla biografia di Lidia Gambuti


Chiesi cosa significasse questa notizia. Mi rispose, come sempre, che un giorno avrei capito.

Inizialmente rimasi senza parole ma non mi soffermai in modo particolare su quello che mi aveva detto, perché pensavo che volesse darmi una delle solite lezioni di Fede. Di tanto in tanto però quelle parole si facevano presenti nella mia mente, allora io chiudevo subito la porta e le lasciavo nel ricordo. Gli anni trascorsero e sempre più di rado riaffioravano, intanto andavo avanti nella mia vita restando in compagnia delle mie facoltà che crescevano, rendendomi sempre di più diversa dalle persone che incontravo.

La mia mente prendeva corposità nel sapere.


La Voce mi trasmetteva fiumi di parole, la maggior parte delle quali non facevano parte del mio bagaglio di conoscenza essendo arrivata alla frequentazione della quinta elementare di sessanta anni fa. Ad ogni modo la mia vita mi piaceva tanto e non sentivo il dispiacere per non aver studiato, avevo secondo me altro a cui pensare, come allo Spirituale che mi ha sempre riempito l’esistenza abbondantemente con la conoscenza del suo grande Amore nei confronti di tutto e tutti.


Luce del Firmamento: la parola medianica di Gesù in dono per l’umanità di tutti i tempi


Trascorrevo il mio tempo in serenità e gioia con persone che camminavano con me nella direzione difficile ma meravigliosa della medianità, la quale raccontava del grande Amore che perennemente scende dall'Universo verso tutti gli umani. Di questa conoscenza non ne avrei mai fatto a meno, qualsiasi cosa la vivevo con tutta me stessa. Ogni informazione veniva portata attraverso la parola Medianica da Gesù che si firmava Luce del Firmamento, era l’amico del mio cuore e della vita, era la guida del comportamento e del senso retto del vivere. Per ogni giorno vi è un profondo ringraziamento nei confronti di questa meravigliosa storia d’Amore che ancor oggi è presente nel dono per tutta l’umanità di tutti i tempi.

“Il Cielo è la vita vibrante di ogni cosa e il vostro Globo ne è il suo riflesso nella consistenza materiale. Cercherò di illustrarvi molti punti ancora celati dietro i veli del tempo passato, facendoli emergere nel presente e lasciandoli al vostro futuro. È in questo gioco di tempi che si racchiudono nel presente le grandi verità di conoscenza.”

Tratto dal Libro Luce del Firmamento

Il “posto giusto” : la Casina


Lo scopo della mia vita è sempre stato condividermi con gli altri per comprendere meglio le difficoltà del vivere. Ero attratta da chi soffre nel cuore e nell'animo, per niente interessata alla vita di leggerezza dove esiste per lo più la superficialità. Poi un giorno il mio cammino si modificò incontrando una signora che mi diede la possibilità di concretizzare il mio sogno, quello di avere un luogo per restare nel tempo libero insieme alle persone e condividere con loro il peso del vivere la vita. Ero felice, sperimentavo dopo diciotto anni un punto fermo e stabile, potevo parlare in comodità e libertà di Gesù e di tutto quello che mi raccontava: si era creata una base che venne chiamata “la Casina”. Ogni cosa era fantastica, non pensavo di certo alla Profezia fattami appunto diciotto anni prima.


Il “momento giusto”: il bambino della profezia era diventato giovane uomo


Era un sabato pomeriggio di ottobre, l’autunno aveva fatto il suo ingresso. La giornata era grigia e piovigginava, quando alla porta della Casina entrò un ragazzo dall'aria sicura ma nello stesso tempo rispettosa.

Vista la sua età feci un pensiero carico di benemerito nei suoi confronti, purtroppo non conoscevo molti giovani con quella bella energia. Ero abituata ad avere a che fare con ragazzi, a condividere un pezzo della loro strada e quando mi salutavano con un sorriso di soddisfazione nei confronti di loro stessi ero la persona più felice del mondo, voleva dire che i passi fatti insieme avevano portato buoni frutti.

Ad ogni modo, dopo una decina di minuti dal suo ingresso, mi avvicinai a lui, parlammo un poco, poi gli dissi:

- La tua strada è larga. Anche se non sarà sempre primavera, non la lasciare, falla tua quella stagione. Il tuo cuore è bello e brilla nel sole, non lo opacizzare con la vita nel suo viverla e non farla entrare a piedi pari dentro di te, lasciala nel suo essere adoperata e basta. -

Poi ci salutammo, restò qualche tempo con i presenti, mentre io andai a riprendere quello che facevo. Prima di andarsene, mi venne a salutare chiedendomi se poteva ritornare. Risposi: - Certamente! Ogni volta che vorrai. - Quando se ne andò mi sentii come non mi ero mai sentita prima. Provavo una sensazione strana che cercavo di decifrare ma non ci riuscivo perché aveva qualcosa di molto particolare. Lasciai questa percezione in disparte, dicendomi che forse avrei capito più avanti. Nell'andarsene quel ragazzo aveva un’aria soddisfatta. Mentre pensavo questo vidi appeso al soffitto un filo argenteo che lo seguiva allungandosi verso di lui come se lo stesse accompagnando. Il filo restò sospeso a metà del vialetto che conduceva al cancello, dandomi l’impressione che forse lo avrebbe ripreso la prossima volta. Per il momento, aveva lasciato il filo a qualche metro dall'ingresso della porta e lui se ne era andato lasciandolo alla Casina.

Fu allora che la mia mente s’illuminò e ritornai indietro nel tempo alla Profezia. Mi sentii gelare, mi trovavo di fronte ad una situazione veramente grande: dopo tanto tempo si era avverata la Profezia. Ero certa, quel bambino era giunto e si chiamava Ermes. Dalla simbologia del suo nome capii che era arrivato il momento in cui si sarebbe aperta la Via della Conoscenza di Luce del Firmamento per l’umanità, come la Voce aveva predetto, e io ed Ermes avremmo dovuto tracciarla. Non sapevo come né cosa fosse, avrei dovuto aspettare che il tutto si rivelasse nella condizione di essere vissuto. Comunque rimasi sconvolta e mi vollero alcuni giorni per metabolizzare quanto accaduto.

Dopo alcuni mesi Ermes mi disse:

- Sai Lidia io ti conosco già da tanto tempo. Una notte, nel dormiveglia mi sono apparsi i tuoi occhi e da allora non li ho più dimenticati, li ho sempre cercati senza mai trovarli. Ora ho distinto chiaramente quegli occhi, sono i tuoi e li ho riconosciuti. Sono contento, così non dovrò più cercarli. -

Questo suo dire mi mise dapprima molto in imbarazzo, poi la mia mente si aprì: non avevo davvero più dubbi; era proprio quello il bambino, ora cresciuto, che la Voce mi preannunciò sul pianerottolo di casa mia diciotto anni prima.

Ermes “aveva aperto la porta” come venne predetto dalla Voce:


- Sarà lui che ti riconoscerà! -


Non mi restava altro che attendere gli eventi.

“Ce ne sono tanti di fili, tanti quante sono le gocce argentee delle Anime che partono dal Tessitore di Luce. Nell'Infinito esse non appaiono, si nascondono “nel buio profondo”, eppure la Legge del Padre Celeste le fa vibrare in ogni loro più piccola sequenza. Esse sembrano ognuna separata dall'altra, eppure il Padre che dall'alto le tesse le ha intrecciate nella più alta Perfezione Cosmica, fino a formare un’immensa Ragnatela Celeste dove ogni filo è una sequenza importante ed è collocato al suo posto”

Tratto dal Libro Luce del Firmamento



Il progetto Pagine Cadute: migliaia di pagine dettatemi da Luce del Firmamento.


Svelai ad Ermes la Profezia anni dopo, quando secondo me era giunto il momento indicato dalla Voce:


- Da quel momento lavorerete insieme fino al termine del Disegno che si trova nella Volontà del Padre. -


In quel frangente di tempo la voce mi disse:


- Prendi carta e penna, dovrai scrivere tutto quello che ti dirò, è giunto il tempo.


Provai a ribellarmi ma non ci fu nulla da fare, dovevo prendere carta e penna e scrivere quello che mi avrebbe dettato.

Ora Ermes doveva sapere e scegliere cosa volesse fare, se proseguire con me oppure restare libero da questo impegno. Scelse di lavorare al progetto di Pagine Cadute con me e Luce del Firmamento e da allora, 20 anni fa, egli è ancora al mio fianco. Si è stabilito nel Disegno con le sue facoltà medianiche spirituali che emersero in fretta per prendere il posto accanto a me nel percorso spirituale guidato da Gesù, la mia guida, firmatasi "Luce del Firmamento". Da allora Ermes è divenuto la colonna portante del Progetto di Pagine Cadute e insieme stiamo portando avanti ciò che il Destino e un particolare Disegno non terrestre ha scritto per noi.

294 visualizzazioni13 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page